|
E’ una patologia molto diffusa
causata dalla usura e degenerazione progressiva
della cartilagine che perde il suo normale spessore
e resistenza lasciando scoperto più o meno
ampiamente l’osso sottostante. Ciò provoca dolore e
gonfiore e limitazione del movimento e
dell’autonomia nel camminare In Italia si stima che ne siano colpite 4 milioni di
persone, prevalentemente anziani e donne, ma può
interessare anche gli uomini più giovani tra i 35 ed
i 45 anni per sovraccarico sportivo o lavorativo.
CAUSE Eventi meccanici e biologici alterano l’elasticità
della cartilagine,provocandone prima una
sfrangiatura e poi una graffiatura sempre più
profonda e stellata che scopre l’osso sottostante.
Anche la capsula articolare si ispessisce e produce
liquido dalla sinovia. .L’alterazione del normale allineamento tra femore e
tibia può portare ad un ginocchio varo(a concavità
interna) e valgo(esterna).L’entità di questo
disallineamento è un fattore di rischio per
l’artrosi, come il peso corporeo elevato, l’eccesso
di attività fisica, l’età ed alcune malattie
endocrine. Fratture, infezioni e patologia reumatica possono
causare una artrosi secondaria.
SINTOMI Si avverte un dolore localizzato in un punto del
ginocchio, spesso con gonfiore e riduzione della
mobilità e della capacità di appoggiare a terra la
gamba. In seguito può dar fastidio l’alzarsi da
seduti e fare le scale e progressivamente il dolore
rimane anche a riposo.
DIAGNOSI Possono bastare all’inizio delle radiografie,
possibilmente eseguite “sottocarico”, cioè in piedi.
Talora si associano proiezioni specifiche per la
rotula in assiale. Si nota un restringimento dello
spazio (rima) articolare tra femore e tibia o tra
femore e rotula. In seguito compare un ispessimento
dell’osso sotto la carilagine (sclerosi) e la
comparsa di escrescenze ai margini
dell’articolazione (osteofiti). Gli episodi dolorosi si fanno più frequenti con
gonfiore costante e modifica dell’aspetto del
ginocchio più voluminoso e non dritto.
PREVENZIONE Il controllo dei fattori predisponenti può essere
utile e talora difficile come per il sovrappeso. Oggi si possono usare nelle fasi iniziali i farmaci
condroprotettori che migliorano le condizioni della
cartilagine. Recentemente è stato introdotto l’uso di acido
ialuronico per infiltrazione articolare che ha lo
scopo di nutrire la cartilagine e ridurre il dolore.
Quando l’acido ialuronico è ad alto peso molecolare
può avere effetti meccanici riducendo le
sollecitazioni e migliorando la lubrificazione
articolare (viscosupplementazione). Anche l’intervento chirurgico di osteotomia
costituisce una prevenzione: permette in fase
precoce di correggere marcati disallineamenti o
deformità, generalmente della tibia, ed evitare la
progressione dell’artrosi.
COME SI CURA La terapia medica antinfiammatoria può essere
attuata con l’uso di paracetamolo, FANS,
antidolorifici e cortisone per brevi periodi. La
terapia fisica con tens, ultrasuoni,laser,
magnetoterapia possono servire nelle fasi più acute
e dolorose, riducendo temporaneamente i sintomi
associata alla riabilitazione muscolare ad al
recupero della estensione del ginocchio.
INTERVENTO Quando la disabilità è avanzata e riduce la capacità
di tolleranza del dolore e la limitazione del
movimento incidono sullo stato psicofisico del
paziente, la grave artrosi del ginocchio deve essere
trattata con un intervento di protesi articolare. La localizzazione dell’usura cartilaginea può essere
a carico di un unico versante, interno od esterno, o
su entrambi e talora anche alla femororotulea. In
relazione al coinvolgimento artrosico si possono
applicare protesi monocompartimentali, cioè che
rivestono solo il compartimento interessato con la
possibilità di un intervento ridotto nei tagli ossei
e con incisione più piccola. Quando l’artrosi è diffusa a più compartimenti si
impianta una protesi totale, tibiale, femorale e
rotulea. Generalmente le protesi sono in titanio ed in
acciaio con un inserto che funziona da frizione in
polietilene. Vengono fissate all’osso con un leggero
strato di cemento acrilico per avere una stabilità
immediata. Per i pazienti allergici può essere applicata un
protesi con rivestimento in oxinium senza nichel.
RIABILITAZIONE Viene iniziata il giorno succesivo all’intervento
con uso della macchina di movimento poassivo e con
esercizi attivi coordinati dal fisioterapista in
camera.Si va in piedi dopo 2 giorni con l’ausilio di
di stampelle.
E’ una metodica ormai consolidata e
affidabile che ha permesso di superare la pregressa
tecnica chirurgica di apertura della capsula
articolare per il trattamento di lesioni del
menisco, dei legamenti crociati, della cartilagine e
della sinovia.
Permette quindi con una minima invasività chirurgica
(2-3 accessi con incisioni chirurgiche di 1-2 cm
ciascuna) una maggiore precisione tecnica e di
vedere meglio nel ginocchio soprattutto in zone che
rimanevano cieche con la chirurgia tradizionale. E’
possibile eseguire una chirurgia selettiva ,
riparando le lesioni in modo mirato ed asportando la
minore quantità possibile di tessuto danneggiato.
Tutto ciò, oltre al migliore risultato, riduce i
tempi di riabilitazione e di guarigione.
Che cosa cura:
I menischi sono due strutture
fibrocartilaginee, mediale e laterale, che
permettono di ammortizzare e guidare la congruenza
articolare tra femore e tibia durante i movimenti
del ginocchio.
Hanno infatti una forma circolare, più aperta in
quello interno e sezione triangolare. Ricevono
nutrimento vascolare dalla parete capsulare
periferica e pertanto solo la porzione più esterna
(zona rossa) ha buone possibilità di ripararsi con
una adeguata cicatrizzazione.
CAUSE DI LESIONE
Le lesioni del menisco possono essere causate da un
trauma o dall’usura del tessuto fibrocartilagineo
per il suo invecchiamento.
La lesione traumatica può creare una frattura nel
menisco in senso trasversale creando un lembo
libero, o longitudinale formando un occhiello nel
corpo meniscale. Se la lesione diviene più lunga il
lembo più interno si puo spostare verso l’interno
del ginocchio (a manico di secchio).
Le lesioni da usura-invecchiamento hanno aspetto più
irregolare e frastagliato e si associano ad artrosi
dell’osso e cartilagine del condilo femorale e della
tibia.
DIAGNOSI
Tutte queste lesioni possono essere diagnosticate
con una accurata visita ambulatoriale e confermate e
precisate nei dettagli da esami di diagnosi per
immagini come la TC (tomografia computerizzata)
multistrato e la RM (risonanza magnetica).
Può essere anche utilizzato un nuovo artroscopio
molto fine delle dimensioni di un ago che permette
in ambulatorio senza bisogno di ricovero e di
anestesia periferica, ma solo locale, di vedere
dentro l’articolazione del ginocchio quale lesione
si è prodotta ed eventualmente trattare piccole e
semplici lesioni del menisco, della cartilagine e
della sinovia, oppure programmare ulteriori indagini
per immagini e/o il trattamento definitivo con
artroscopia chirurgica in sala operatoria
INTERVENTO
E’ sufficiente il ricovero di un giorno,dopo aver
eseguito in preospedalizzazione, qualche giorno
prima, gli esami di sangue e la visita con
l’anestesista, che concorda il tipo di anestesia,
generalmente loco-regionale, cioè solo dell’arto da
operare.
In sala operatoria con lo strumentario per
artroscopia,l’intervento viene eseguito mediante due
piccoli accessi chirurgici di circa 2 cm
ognuno.(vedi sopra)
Dopo l’intervento e terminato l’effetto della
anestesia, ci si può alzare con l’ausilio di 2
bastoni antibrachiali, ed iniziare i movimenti del
ginocchio, protetto da un bendaggio.
Nel pomeriggio si viene dimessi con le prescrizioni
di terapia e rieducazione.
Come si svolge la rieducazione:
In genere è semplice e può essere gestita
autonomamente con esercizi attivi di movimento e di
graduale rinforzo muscolare. Nei casi più complessi
può essere utile l’aiuto di un fisioterapista.
Generalmente per una semplice lesione del menisco
mediale sono sufficienti due settimane di
rieducazione per tornare alle proprie attuvità e
poter riprendere lo sport.
Il legamento crociato anteriore ( LCA
) è il legamento centrale del ginocchio e controlla
la flessione e le rotazioni mantenendo la stabilità
anteriore e rotatoria. Ha anche funzione di
controllo di tutto il movimento del ginocchio perché
fornito di numerosi recettori neuromuscolari.
CAUSE
La sua rottura è causata generalmente da un trauma
acuto, sportivo o accidentale, una distorsione ,
cioè un movimento forzato in valgismo ed
extrarotazione , come avviene spesso nelle cadute
dagli sci o negli sport di contatto, oppure in
estensione ed intrarotazione, come accade nella
ricaduta da un salto o durante un arresto brusco
della corsa.
Può associarsi a lesione di altre strutture come il
legamento collaterale mediale ed il menisco interno
o con distacchi della cartilagine.
SINTOMI
I sintomi immediati sono il dolore , il versamento
dell’articolazione e l’impossibilità di usare ed
appoggiare l’arto interessato. Talora i disturbi
possono essere modesti e manifestarsi con
instabilità dolorosa dopo alcune ore. Questa
instabilità, se trascurata, si trasforma in lassità
della articolazione con usura progressiva della
cartilagine e dei menischi e con maggior rischio di
nuove distorsioni.
DIAGNOSI:
E’ necessaria una valutazione clinica specialistica
per diagnosticare la lesione, eseguendo manovre
funzionali del ginocchio ed è meglio associare una
RM per chiarire il grado e la sede di rottura e le
eventuali lesioni associate e per indicare il
trattamento.
COME SI CURA:
Nel caso di leggero stiramento senza rottura delle
fibre del legamento, potrà essere sufficiente un
periodo di riposo di circa un mese con l’ uso di una
ortesi a ginocchiera articolata e successiva
rieducazione.
Nel caso di rottura del legamento è indicato
l’intervento chirurgico di sostituzione del
legamento.
INTERVENTO:
Nelle persone sotto i 40 anni si usa il prelievo di
2 tendini dalla faccia interna del ginocchio, il
semitendinoso ed il gracile, attraverso una piccola
incisione di 5 cm. Essi vengono preparati e montati
a doppio fascio e poi inseriti nel ginocchio
mediante la tecnica artroscopica fissandoli in due
tunnel ossei, tibiale e femorale. Così il nuovo
legamento viene posizionato nella sede di quello
lesionato e fissato con mezzi di sintesi
riassorbibili che non devono essere più rimossi.
Nelle persone sopra i 40 anni e con motivazioni
sportive e funzionali , il legamento rotto può
essere sostituito, con la tecnica artoscopica da un
legamento artificiale compatibile fissato con mezzi
di sintesi riassorbibili, che non devono essere più
rimossi.
RICOVERO:
Al mattino stesso dell’intervento, dopo aver
eseguito qualche giorno prima gli esami necessari e
la visita con l’anestesista per concordare
l’anestesia che in genere è locoregionale al solo
arto da operare: Il ricovero ha in genere la durata
di un giorno, potendo essere dimesso nel pomeriggio
stesso dell’intervento, con le prescrizioni di
terapia e di rieducazione.
RIEDUCAZIONE:
Già alla dimissione si può camminare con appoggio
parziale sull’arto operato con l’aiuto di due
bastoni antibrachiali e con il ginocchio protetto da
un bendaggio e da una ortesi a ginocchiera
articolata.
Si inizia a muovere attivamente e passivamente
l’arto e dopo la desutura, circa 2 settimane dopo
l’intervento, si inizia la rieducazione col
fisioterapista: dopo un mese si cammina senza
ginocchiera e senza bastoni e si prosegue la
rieducazione del movimento e del recupero
muscolare. Dopo 3 mesi si inizia a correre e dopo
circa 5 mesi ad allenarsi per lo sport,con
esercizi sempre più intensi, concordati tra il
chirurgo ed il paziente.
in costruzione
in costruzione
|